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Il mondo del fumetto manga affascina da sempre milioni di persone. Soprattutto in questo periodo che, per molti, è sinonimo di rivoluzione dei progetti di vita, in tanti valutano la possibilità di diventare fumettisti.
Tecnicamente si parla di mangaka. Il suffisso “ka” si può tradurre in italiano come “la persona che fa un determinato mestiere”.
Come si diventa mangaka? Quali sono, al di là delle scuole, le regole tradizionali di riferimento? Scopriamolo assieme nelle prossime righe!
Da quale momento ci si può definire mangaka?
Secondo la tradizione giapponese, ci si può definire mangaka solo dopo la prima pubblicazione di un fumetto con un editore. Per arrivare a questo ambito traguardo, si possono seguire diverse strade. Tra queste, è possibile menzionare le scuole ufficiali, sorte soprattutto dopo il 1947, anno spartiacque che ha visto Osamu Tezuka tenere a battesimo il manga moderno.
Prima di quell’anno, molti mangaka si sono avvicinati a questo straordinario mondo studiando “a bottega” da fumettisti esperti, pratica che ha il suo perché anche oggi, in questa come in numerose altre professioni creative.
Non solo fumetti
Quando si parla della professione del disegnatore di manga, si inquadra il risultato di un percorso di impegno e di studio che può avere diversi altri sbocchi professionali.
Tra questi, rientra anche il designer per i personaggi dei videogiochi. Il mercato in questione, negli ultimi anni, ha visto crescere esponenzialmente il proprio giro d’affari e, di conseguenza, sono nate e si sono diffuse molte professioni ad esso legate, dal disegnatore, allo sviluppatore, fino allo sceneggiatore di trame.
Altri sbocchi interessanti riguardano il mondo della pubblicità e l’elaborazione grafica di packaging per diversi prodotti.
Altri consigli per diventare un mangaka di successo
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Per chi ama il mondo manga, l’espressione creativa e, in generale, il Giappone, cambiare vita e intraprendere la professione di mangaka può rivelarsi una scelta vincente.
Oltre ai consigli che abbiamo elencato nelle righe precedenti, ne esistono diversi altri da considerare. Molto utile, per esempio, è imparare il giapponese.
Si può fare un corso dal vivo o approfittare dei numerosi portali online che permettono di imparare numerose lingue. Soprattutto se si ha intenzione di studiare o di fare uno stage in terra nipponica, l’inglese è opzionale, ma la conoscenza perfetta del giapponese no.
Se si hanno tempo e soldi da investire, tra le scuole giapponesi più rinomate è possibile includere il Kudan Institute of Japanese Language. Il nome che fa riferimento all’insegnamento delle lingue non deve trarre in inganno: questa scuola, infatti, propone anche corsi di manga tenuti in inglese.
Apriamo ora il capitolo promozione. Una doverosa premessa: dovrebbe essere iniziato, se possibile, dopo aver completato il percorso di studi o dopo aver lavorato fianco a fianco in maniera intensa con un mangaka esperto.
Si possono inviare i propri lavori alle case editrici. In merito a questo aspetto, ci sono diversi orientamenti. Il primo è la scuola di pensiero secondo la quale è meglio, per avere più chance di farsi notare, mandare i propri lavori a editori piccoli. Il secondo, invece, raccomanda di concentrarsi su quelli grandi, così da avere maggiori certezze di interagire con una realtà che ha budget per puntare su artisti emergenti.
Un altro canale per promuovere il proprio lavoro sono gli eventi dedicati al mondo del fumetto. Attenzione: non ci sono solo le fiere di fama nazionale e internazionale, ma anche situazioni di nicchia, che hanno il vantaggio di essere più accessibili economicamente.
In questo caso, oltre che sui propri lavori, è il caso di puntare anche su qualche piccolo gadget a tema, dai segnalibri alle patch (le patch personalizzabili di EasyPatch, sito famoso in tutta Italia, sono un’opzione che garantisce alta qualità).
Fondamentale è anche il web, Instagram in particolare. Consiglio semplice ma che fa la differenza: per avere maggiori garanzie di finire nella sezione “Esplora” di account legati al mondo manga, è fondamentale verticalizzare il profilo, evitando di seguire e di farsi seguire da parenti e amici.