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Gianfranco Rosi è reduce da Berlino, dove ha ricevuto il premio per quello che è stato ritenuto il miglior film del Festival del Cinema della capitale tedesca. Il regista italiano ha dedicato la sua ultima fatica agli abitanti dell’isola di Lampedusa e a tutte le persone che ogni giorno lavorano per soccorrere i disperati che arrivano sull’isola e a tutti quelli che non ce l’hanno fatta.
Il film, infatti, racconta storie di persone che arrivano sull’isola, primo baluardo dell’Italia e dell’Europa per i disperati delle carrette del mare e dei gommoni. Certamente un film sociale, un film che mette in risalto la generosità di tanta gente e la sofferenza di tant’altra ma il pubblico non da il riscontro atteso a questa pellicola. In questo primo week end di programmazione nelle sale, Fuocoammare a livello di incassi, non è nemmeno nei primi dieci.
Le interpretazioni di questa discrepanza tra favore del pubblico e riconoscimento della critica possono essere tante: può essere che il pubblico vada a vedere Fuocoammare di più nelle prossime settimane, come può essere che la gente voglia ridere, emozionarsi ma non abbia voglia di intristirsi con storie drammatiche vere, infine, può anche essere che la gente sia stufa di migranti e non ne voglia sapere di film di compatimento.